Pluralità. Questa parola descrive la grande varietà di esperienze di vita, soggettività, competenze e professioni del gruppo AFAR. In questa arricchente diversità quello che abbiamo in comune è la consapevolezza della violenza razzista che abbiamo vissuto e viviamo sulla nostra pelle e nelle nostre viscere, giorno dopo giorno.
Il nostro incontro parte proprio da qui, dalle esperienze traumatiche di discriminazione che ci accomunano, e per questo qualcuno potrebbe pensare ai nostri appuntamenti come a tristi comizi, segnati dallo sconforto o dal malcontento. Ecco, non è affatto così.
Una delle cose più sorprendenti di noi AFAR è la capacità di rendere ogni riunione, confronto o attività luminosa e sorridente, professionale senza dimenticare la leggerezza, stimolante per la testa e stimolante anche per il cuore. I giorni precedenti le nostre video call sono sempre impaziente di partecipare perché so che dopo mi porterò dietro quell’energia creativa e creatrice con il potere di cambiare la giornata, e non solo, in meglio. È fondamentale che la nostra lotta antirazzista sia così, con una scintilla di gioia a guidarci. La resilienza credo sia anche questo: rispondere alla distruttività colonialista e razzista con la costruzione di spazi sicuri e felici!
Pur essendo di molte città diverse e non essendoci mai incontrati tutti insieme in un luogo fisico, siamo davvero riusciti a creare una bella connessione. Cosa succederà nel primo incontro dal vivo che si terrà a Firenze a fine luglio? Non vediamo l’ora di scoprirlo!