Mi sono candidato come AFAR al progetto CHAMPS con uno scopo ben preciso: imparare. Volevo apprendere importanti nozioni da poter utilizzare nel mio quotidiano per combattere l’afrofobia. Malgrado la forte voglia di mettermi in gioco, il mio percorso all’interno del progetto non è andato come speravo. Problemi personali, universitari e lavorativi hanno letteralmente avuto il meglio su di me. Nel caos della mia vita ho comunque avuto modo di seguire, seppure marginalmente, il percorso dei miei compagni di viaggio (con cui non ho ancora avuto la fortuna di interagire). Da ex atleta, l’immagine con cui descriverei quello che ho potuto osservare è una gara a staffetta. Una staffetta in cui ognuno contribuisce con il suo vissuto, le sue esperienze e le sue aspettative per il futuro al risultato finale. Il passaggio del testimone, inteso come la comunicazione tra i componenti, è fluido, naturale e consapevole. Vedo persone focalizzate sul traguardo ma soprattutto, vedo persone che gareggiano con una coscienza collettiva e non individuale. Sono molto contento di essere in una squadra di giovani talenti, completamente dediti a questa iniziativa, poiché mi incitano a non lasciare andare questa preziosa opportunità e a mettermi in posizione per ricevere il testimone.