
Gli AFAR dal 21 al 24 luglio si sono ritrovati a Firenze per la tre giorni “Residenziale del progetto Champs” è stato un momento per concludere la prima fase di formazione e scambio delle buone pratiche. Per le/gli AFAR (Afrodescendants fighting against racism) il Residenziale ha segnato il passaggio dal ruolo di discenti a protagonisti del cambiamento.
Un inizio di un processo verso la seconda fase del progetto in cui gli AFAR diventeranno moltiplicatori di strumenti antirazzisti su tutto il territorio nazionale.
L’iniziativa si è aperta con un’audizione presso Palazzo Vecchio, con la Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali e immigrazione. Per poi proseguire con due giorni di formazione e attività condotte da formatori e formatrici fra cui:
Filomeno Lopes, Giornalista e scrittore
Mackda Ghebremariam Tesfù, Attivista e Docente Universitaria
Ihsane Ait Yahia, Giurista specializzata in diritto dell’immigrazione e attivista (avvocati afroitaliani e afrodiscendenti)
Saverio Tommasi, Giornalista, scrittore e attore
Marwa Mahmoud, Consigliera comunale di Reggio Emilia
Veronica Atitsogbe, Presidentessa del Consiglio comunale di Verona
Giulia Trapuzzano, Media Relations strategist
Partner strategico è stata l’associazione Black History Month Firenze che ha sostenuto l’organizzazione del Residenziale non solo mettendo a disposizione la location per la formazione, ma facilitando le relazioni e i rapporti con le istituzioni e gli operatori della città di Firenze.
Il percorso AFAR è stata una bolla virtuale e sicura ma ora, in questi 4 giorni di residenziale i corpi si sono incontrati. Sono riusciti a trasformare il pensiero in essere? Una bolla che cozza con la realtà che ha provato a non scoppiare, ma anzi, a inglobare le realtà dei singoli partecipanti e dar loro gli strumenti per sussurrare insieme a gran voce: io esisto, io ho dei diritti, io so chi sono.











