Il futuro è stare ed essere.
“Non sum uni angulo natus, patria mea totus hic mundus est”.
Non sono nato per un solo angolo di terra, la mia patria è l’universo intero. Con queste parole eterne, potrebbe sembrare che Seneca provi a spiegare il senso di stare ed essere.
AFAR è stato un percorso di riscoperta della propria afrodiscendenza che ha trapiantato in un busto ormai secco un seme fertile: il desiderio di stare ed essere. Seme che germogliando ha ridato delle radici forti dopo un lungo periodo di siccità.
E ora forse è plausibile, necessario o doveroso chiedersi a cosa è stata dovuta la siccità.
“Il peso di non essere e non stare è la causa della tua siccità”. Sussurra l’anima del Continente Madre di tutti noi, obbligata per secoli al silenzio. Dalla fine della pandemia razziale è tuttavia finalmente libera di mutar il silenzio in parole e rimutar in silenzio: l’Africa scorre nelle nostre vene, aspetta paziente da secoli di essere ascoltata per indicare a figli e figlie, obbligati a un cantuccio di terra, che la loro patria è l’universo intero.
Pensiero racchiuso nelle profetiche parole di Simao Amista: “All’inizio può sgretolarsi il terreno sotto i propri piedi quando si pensa che l’Occidente ti ha creato una patria ed un’identità e, che per trovarne una non indotta, c’è bisogno di scavare nel tempo e nell’anima. Ma non è un voltarsi indietro, non è un rimanere ancorati ad un passato mitico. È Sankofa: è guardarsi alle spalle da dove si viene per poter capire dove si andrà”.
Il futuro è stare ed essere.