CHI SIAMO

IL progetto CHAMPS

Champions of Human rights And Multipliers countering afroPhobia and afrophobic Speech è finanziato dal programma Rights, Equality and Citizenship (REC) dell’Unione Europea. Lo scopo del progetto è incoraggiare il protagonismo delle persone e delle organizzazioni afrodiscendenti e africanə attraverso percorsi di capacity building volti a fornire strumenti per il contrasto al razzismo anti-nero, con un’attenzione particolare alle aree dell’educazione (scuola), del welfare (servizi), della salute e della comunicazione.

La Mission del progetto è contribuire ad analizzare e decostruire, in Italia, gli atteggiamenti e i linguaggi discriminatori nei confronti delle persone di provenienza africana, grazie al ruolo attivo delle associazioni di afrodiscendenti e africanə a una più diffusa conoscenza e consapevolezza delle dinamiche sistemiche che li generano.

Risultati attesi

Gli afrodiscendenti e africanə e le loro organizzazioni sono formati e sostenuti con strumenti innovativi per svolgere un ruolo attivo di Champs di una nuova consapevolezza diffusa in materia di discriminazione e hate speech con particolare attenzione all’afrofobia.

AFAR | CHAMPS Stop Afrofobia

I gruppi target del progetto diventano sentinelle negli spazi chiave della nostra società (media, educazione, terzo settore, salute) e  promuovono una nuova attenzione e capacità di reazione di fronte ad atteggiamenti afrofobici, grazie a un approccio intersezionale e a conoscenze diffuse e condivise.

L’opinione pubblica italiana ha accesso a una informazione corretta che consente di approfondire i temi e di aumentare la propria consapevolezza in relazione all’afrofobia.
News | CHAMPS Stop Afrofobia

Beneficiari

0
Organizzazioni della società civile di discendenti africani
0
Discendenti africani
0
Operatori
0
Partecipanti agli eventi comunitari
0
Persone raggiunte dagli eventi Face2Face
0
di persone raggiunte dalle campagne di comunicazione

Perché il focus sull’Afrofobia?

Nel 2001, la Dichiarazione di Durban ha riconosciuto che le persone di origine africana hanno continuato a essere vittime del patrimonio del commercio di africani schiavizzati e del colonialismo.

La dichiarazione ha 20 anni e i suoi obiettivi non sono stati ancora raggiunti.

Riconoscendo questo, nel dicembre 2013, la risoluzione 68/237 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il Decennio Internazionale per le Persone di Discendenza Africana (2015 – 2024).

Tra i paesi dell’UE, l’Italia ha tra i livelli più alti di ostilità nei confronti dell’immigrazione, la più scarsa diffusione del quadro generale dell’UE per contrastare l’afrofobia e il linguaggio afrofobico e una debole raccolta dati sistematica e trasversale sui temi. Per quanto riguarda l’immigrazione, l’Italia è il paese dell’UE con il maggiore divario tra i migranti e quelli effettivamente nel paese e secondo la ricerca “Atteggiamenti verso l’identità nazionale, l’immigrazione e i rifugiati in Italia”, esiste una correlazione diretta tra l’atteggiamento ostile nei confronti dei migranti e l’errata percezione del loro numero effettivo: gli italiani identificano l’immigrazione tra le loro massime priorità di preoccupazione.

In Italia esiste un legame ancestrale tra l’odio anti-migranti e l’afrofobia, alimentato anche dalla politica recente e dai media mainstream che usano immagini di persone di colore quando si riferiscono alla migrazione.

Anche i social media alimentano i conflitti nel dibattito pubblico, portando le narrazioni estreme nel mainstream. L’indagine IPSOS Ciak MigrAction sottolinea come stereotipi, stigmatizzazione e messaggi anti- migranti, in particolare nei confronti degli africani, siano legati a un basso livello di conoscenza sull’Africa oltre a informazioni distorte, spesso supportate dai media e dalla politica recente.

Secondo   UNFPA,   è   fondamentale   lavorare   su   tre   azioni   chiave: aumentare la visibilità attraverso i dati, rafforzare i partenariati con le parti interessate e costruire la capacità di garantire la partecipazione. Il Consiglio per i diritti umani (OHCHR) ha sottolineato il ruolo chiave delle ONG e dalle organizzazioni della società civile (OSC) per un reale cambiamento.



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