PERCORSO DI AUTOFORMAZIONE
SULL’AFROFOBIA E IL RAZZISMO ANTI NERO
PREMESSA
Champions of Human rights And Multipliers countering afroPhobia and afrophobic Speech (CHAMPS) è finanziato dal programma Rights, Equality and Citizenship (REC) dell’Unione Europea con lo scopo di contrastare il razzismo antinero, fornendo strumenti e percorsi di capacity building agli agenti nel territorio. Supportato dai contenuti multimediali, il progetto contribuisce ad analizzare e decostruire in Italia atteggiamenti e linguaggi discriminatori nei confronti di persone di provenienza africana.
Per affrontare questa tematica il progetto ha prodotto degli strumenti a disposizione di tuttə, fornendo spunti di riflessione e strumenti operativi per i professionisti, negli ambiti a più elevata incidenza di atti riconducibili all’afrofobia e al razzismo antinero.
Il percorso e gli strumenti presentati supportano gli individui in un itinerario di autoformazione, dove prendere familiarità con la terminologia dell’antirazzismo e comprendere le manifestazioni del razzismo sistemico. Saranno a disposizione podcast, video, articoli, documenti di posizionamento, dossier di approfondimento e toolkit operativi. Verranno presentati percorsi diversi a seconda dell’ambito professionale o formativo, cercando di raggiungere l’obiettivo comune: formare agenti consapevoli nei territori che possano riconoscere il razzismo sistemico.
Il progetto CHAMPS, a cui hanno contribuito le otto realtà del Partenariato e i 25 giovani afrodiscendenti selezionati per il ruolo di “A.F.A.R. – Afrodescendants Fighting Against Racism”, indagando le origini dell’afrofobia e del razzismo, ha dato dei risultati a riprova di come la decostruzione dei propri bias razzisti e la ricerca di pratiche non discriminatorie siano un lavoro quotidiano.
Per questo il progetto CHAMPS ha un carattere sistemico: riconosce i fenomeni di afrofobia e di razzismo antinero come atti discriminatori che avvengono in ogni campo della vita e non solo nell’aggressione fisica e verbale. È necessario riconoscere come il razzismo sia presente nelle istituzioni, nei luoghi di lavoro, nelle relazioni private e nei pregiudizi di ogni singolo individuo. Attraverso questa riflessione si vogliono proporre delle pratiche con cui rispondere in maniera sistemica a violenze spesso non riconosciute o raccontate come casi isolati, come spiegano alcuni AFAR nel video “Non è questione di pelle”.
Poter riconoscere e modificare certi meccanismi sono step consequenziali, per questo il percorso è a tappe, poiché nessun professionista può scindersi dalla persona che è. Gli strumenti proposti non aiutano solo a lavorare meglio, ma permettono di essere vigili nel proprio ambito facendo sì che certi pattern vengano riconosciuti e non siano riprodotti. In questo percorso di autoformazione la persona sarà accompagnata anche dai volti e dalle voci dei partecipanti AFAR che in prima persona hanno concorso a costruire questo spazio.
STRUTTURA APERTA A TUTTI
Il progetto CHAMPS ha prodotto contenuti sia scritti che multimediali. Questi si pongono sia come materiale di approfondimento sia come strumenti per raccontare il progetto stesso. Per chi entra in contatto con la sigla CHAMPS quale sarebbe il percorso migliore per esplorare ciò che è stato fatto e avviare un percorso di decostruzione della propria afrofobia interiorizzata.
Di seguito elencati tutti gli strumenti, alla fine delle descrizioni CHAMPS ha messo a disposizione dei percorsi per seguire l’autoformazione in base al proprio ambito di lavoro/ interesse.
Le batterie di partenza: video serie “Che volto ha l’Afrofobia nella tua vita?”
Un primo agevole punto d’ingresso è rappresentato dal ciclo di dieci video “Non è solo una questione di pelle” in cui i protagonisti AFAR riflettono attorno alla domanda “Che volto ha l’Afrofobia nella tua vita?”. I video rappresentano uno strumento facilmente fruibile per connettere il tema dell’afrofobia all’intenzione di “normalizzare” e contribuire ad una più corretta narrazione delle afrodiscendenze in Italia.
- “Non è una questione di pelle” Video Introduttivo
- Rappresentanza, l’importanza di sedersi ai tavoli politici
- La fuga dei cervelli neri
- Not Just a Strong Black Woman
- Afrodiscendenza, identità e appartenenza
- Costruire e narrare l’afrodiscendenza in Italia tramite parole nuove
- Per una scuola libera da pregiudizi
- Il diritto a costruirsi senza barriere
- Educazione, discriminazioni e forza
- Non siamo tutti attivisti, ma al razzismo si risponde
- Sankofa, le religioni ancestrali e identità
L’appetito vien mangiando: il podcast “Get Under My Skin”
Se l’appetito viene mangiando i brevi video faranno nascere il desiderio di approfondire oltre, di scoprire di più su quanto abbiano da raccontare i protagonisti. Se così sarà il prossimo passo suggerito in questa guida è rappresentato dalle sette puntate della serie podcast “Get Under My Skin”. Conversazioni di circa 30-40 minuti, con tre ospiti a puntata. Partendo da spunti personali, lə ospiti trasformano la narrazione e scardinano gli stereotipi con la propria professionalità. Al centro del podcast: la terminologia dell’antirazzismo, la meritocrazia in Italia, il ruolo degli alleati, la decolonizzazione della storia, la rappresentazione nelle istituzioni, salute mentale e pratiche sanitarie discriminatorie e infine razzismo istituzionale.
- Trailer podcast “Get Under My Skin”
- Cercasi parole nuove! Come arricchire le riflessioni sulla nerezza attraverso parole non discriminanti
- Esiste la meritocrazia per le persone nere in Italia? Parliamo di Black Tax
- Un antirazzismo che ci sta stretto: come essere buoni alleati
- Conoscere la storia per interpretare il presente e decolonizzare lo sguardo
- La rappresentazione degli afrodiscendenti nelle istituzioni italiane
- Chiedere aiuto non è segno di debolezza; far luce sulle cicatrici del razzismo anti nero
- Due pesi e due misure: la presenza africana e le politiche migratorie su misura
Toolkit sul glossario
Per contrastare il razzismo bisogna chiamarlo col proprio nome. Per capirne i volti che può assumere bisogna saperlo riconoscere. Dopo il primo approccio attraverso le esperienze e le competenze dellə AFAR nei video e nelle puntate del Podcast, il Glossario, redatto da Razzismo Brutta Storia, è il primo toolkit da consultare per sintetizzare con definizioni semplici ed intuitive come e dove si mostra il razzismo.
Toolkit per passare dall’autoformazione alla formazione
I toolkit sono redatti per capire quali siano gli strumenti da usare quando sorge la domanda “in che modo posso attivarmi ora?”. I toolkit toccano l’educazione nelle scuole; l’autodifesa legale per persone razzializzate e non; le discriminazioni e i bias impliciti presenti in ambito sanitario; l’ambito artistico come spazio capace di decolonizzare l’immaginario; le narrazione del razzismo all’interno del dibattito pubblico.
Dossier per approfondire
Il dossier è uno strumento per approfondire come “Il razzismo è prodotto e riprodotto quotidianamente attraverso sguardi, parole, e narrazioni, ma anche attraverso leggi, istituti e istituzioni.” (pg. 6). Per questo sono stati svolti dei focus group coinvolgendo professionistǝ nell’ambito della comunicazione, dell’educazione e della sanità sia bianchǝ che nerǝ.
Gli obiettivi della costruzione di tale strumento sono stati tre:
- “esplorare i livelli di conoscenza, consapevolezza e percezione sull’afrofobia e sulla discriminazione sistemica verso africani o afrodiscendenti in Italia
- indagare il fenomeno nelle sue manifestazioni in diversi ambiti di vita quotidiana, in particolare in relazione a tre settori lavorativi chiave: educazione, sanità e comunicazione.
- individuare possibili azioni di contrasto a afrofobia, razzismo e discriminazione, e eventuali buone pratiche esistenti.” (pg.9)
Blog per ascoltare
Il blog è uno strumento per ascoltare, conoscere e/o riconoscersi, creato da parte dei partecipanti AFAR, in cui la persona che legge può trovare un approfondimento declinato come esperienza personale: che cosa vivono su base quotidiana le persone razzializzate?
Percorsi per settore/gruppi target
PUNTO 1: Podcast “Cercasi parole nuove! Come arricchire le riflessioni sulla nerezza attraverso parole non discriminanti”. Razzializzazione, meticciato, nero, di colore... le parole che non vanno usate, quelle di cui abbiamo bisogno, quelle che ci stanno strette. Nella prima puntata di "Get Under My Skin" Denise Kongo, Grazia Fainelli e Vichy Kalev analizzano il linguaggio dell'(anti)razzismo per condividere concetti e termini propri del contesto italiani stimolando l'uso di un linguaggio appropriato per parlare di corpi neri.
PUNTO 2: Video introduttivo "Non è una questione di pelle". “Che volto ha l’Afrofobia nella tua vita?” è la domanda rivolta ai protagonisti e protagoniste del progetto CHAMPS.
PUNTO 3: Video “Conoscere la storia per interpretare il presente e decolonizzare lo sguardo”. Denise Kongo nel video riflette sull’importanza del linguaggio nella formazione identitaria e di come sia necessario per gli afrodiscendenti riappropriarsi e decostruire alcuni termini eliminando un lessico razzializzante.
Il video si concentra sul lessico perché molti termini errati utilizzati verso le persone afrodiscendenti come “mulatta” o “di colore” rafforzano una narrazione stereotipata con radici profonde nella storia che hanno un impatto negativo nella formazione dell'identità.
PUNTO 4: A questo punto è consigliabile ascoltare tutte le altre puntate podcast e gli altri video prodotti nel progetto
PUNTO 5: In questa fase si entra in una dimensione più intima del progetto, con la lettura del “Diario di Bordo”, uno spazio di auto narrazione AFAR, persone e professionisti che si confrontano con la vita di ogni giorno. Ciascuna traccia contribuisce alla trasformazione e alla definizione della società nella direzione di una giustizia per tuttǝ.
PUNTO 6: Al fine di completare il percorso di autoformazione e familiarizzare con gli strumenti operativi per estendere la riflessione anche al proprio ambito sociale, consigliamo la lettura del seguente strumento:
- Dossier: quando si parla di comunicazione, "Giornaliste attive in diversi settori comunicativi hanno rilevato la tendenza dei giornali a evitare l’uso di immagini di uomini africani, specie come immagine di copertina per i titoli online, in quanto considerate fortemente scoraggianti per il lettore" (pg.38), per questo "uno degli strumenti più efficaci per uscire dallo stereotipo della narrazione paternalista e vittimista è costituito dalla focalizzazione sulla professionalità dei soggetti narrati." (pg.47)
- “Storie plurali” - Toolkit per la decolonizzazione dell’immaginario e la creazione di nuove narrazioni
PUNTO 1: Podcast “Cercasi parole nuove! Come arricchire le riflessioni sulla nerezza attraverso parole non discriminanti”. Razzializzazione, meticciato, nero, di colore... le parole che non vanno usate, quelle di cui abbiamo bisogno, quelle che ci stanno strette. Nella prima puntata di "Get Under My Skin" Denise Kongo, Grazia Fainelli e Vichy Kalev analizzano il linguaggio dell'(anti)razzismo per condividere concetti e termini propri del contesto italiani stimolando l'uso di un linguaggio appropriato per parlare di corpi neri.
PUNTO 2: Video introduttivo "Non è una questione di pelle". “Che volto ha l’Afrofobia nella tua vita?” è la domanda rivolta ai protagonisti e protagoniste del progetto CHAMPS.
PUNTO 3: Video “Conoscere la storia per interpretare il presente e decolonizzare lo sguardo”. Denise Kongo nel video riflette sull’importanza del linguaggio nella formazione identitaria e di come sia necessario per gli afrodiscendenti riappropriarsi e decostruire alcuni termini eliminando un lessico razzializzante.
Il video si concentra sul lessico perché molti termini errati utilizzati verso le persone afrodiscendenti come “mulatta” o “di colore” rafforzano una narrazione stereotipata con radici profonde nella storia che hanno un impatto negativo nella formazione dell'identità.
PUNTO 4: A questo punto è consigliabile ascoltare tutte le altre puntate podcast e gli altri video prodotti nel progetto
PUNTO 5: In questa fase si entra in una dimensione più intima del progetto, con la lettura del “Diario di Bordo”, uno spazio di auto narrazione AFAR, persone e professionisti che si confrontano con la vita di ogni giorno. Ciascuna traccia contribuisce alla trasformazione e alla definizione della società nella direzione di una giustizia per tuttǝ.
PUNTO 6: Al fine di completare il percorso di autoformazione e familiarizzare con gli strumenti operativi per estendere la riflessione anche al proprio ambito sociale, consigliamo la lettura del seguente strumento:
- Dossier: quando si parla di comunicazione, "Giornaliste attive in diversi settori comunicativi hanno rilevato la tendenza dei giornali a evitare l’uso di immagini di uomini africani, specie come immagine di copertina per i titoli online, in quanto considerate fortemente scoraggianti per il lettore" (pg.38), per questo "uno degli strumenti più efficaci per uscire dallo stereotipo della narrazione paternalista e vittimista è costituito dalla focalizzazione sulla professionalità dei soggetti narrati." (pg.47)
- “Storie plurali” - Toolkit per la decolonizzazione dell’immaginario e la creazione di nuove narrazioni
PUNTO 1: Video “La fuga dei cervelli neri” con uno degli AFAR Axel Beugre
PUNTO 2: La puntata 4 del Podcast Get Under My Skin, “Conoscere la storia per interpretare il presente e conoscere lo sguardo”. In questa puntata tre componenti di AFAR, Charaf El Bouhali, Sandra Antwi Boasiakoh e Simão Amista, mostrano come, quando si insegna la storia, manca non solo rappresentazione afrodiscendente, ma se ne racconta solo una parte e con un limitato punto di vista. In poco meno di mezz’ora emerge come sia necessario invece decolonizzare la narrazione storica.
PUNTO 3: Glossario. Vedere le voci “razzismo istituzionale”, “razzismo storico” e “razzismo sistemico o strutturale”.
PUNTO 4: Manifesto, in particolare il passaggio a pagina 2:
“Il razzismo è un sistema e in quanto tale è un modo di organizzazione della vita. È necessario uscire da una prospettiva individualizzante in cui il razzismo è visto come colpa del singolo e pensare alla società intera come consapevolmente e inconsapevolmente razzista. Riconoscere la natura di sistema del razzismo impone di pensare un cambiamento radicale e intersezionale.
Non c’è antirazzismo senza la messa in discussione dei rapporti economici e politici diseguali tra nord e sud del mondo. Le migrazioni (che sono una conseguenza del) e il colonialismo di ieri e di oggi vanno compresi all’interno di questa storia di interdipendenza e sfruttamento del sud del mondo.
Per questo è necessario pensare a strategie di riparazione e ridistribuzione che agiscano a livello strutturale, istituzionale, economico, culturale e quotidiano. Questo deve accadere tanto a livello micro quanto a livello macro-sociale, guardando contemporaneamente al locale e al globale.
PUNTO 5: Per spunti pratici consultare il toolkit “Il (lungo) viaggio verso una scuola (finalmente) antirazzista”.
PUNTO 6: Dossier.
Nell'ambito dell'istruzione attraverso il dossier si può approfondire come "i professionisti del mondo dell’educazione africani e afrodiscendenti hanno ribadito con forza il bisogno di maggiore formazione nel settore, sia per gli studenti, di ogni ordine e grado, sia per i formatori e gli educatori. Infatti, è stata riconosciuta e spiegata la difficoltà degli operatori in questo campo ad auto-riconoscersi immersi in un contesto non esente da problematiche riconducibili a razzismo e afrofobia" (pg. 44-45), inoltre "I partecipanti a questo focus group hanno sottolineato l’importanza di affrontare criticamente il passato coloniale italiano, per scardinare luoghi comuni sugli ‘italiani brava gente ‘ e contrastare l’idea di subalternità e le conseguenti discriminazioni verso africani e afrodiscendenti." (pg.45)
PUNTO 7: Lettura del Blog “Diario di bordo AFAR” con una serie di contributi da parte dellə. In particolare consiglio la lettura delle parole di Loretta Mafezzoni in “Italia, un giorno sarà un Paese per tutti!” e dell’articolo di Cinzia Adanna Ebonine “Il tempo ripaga le aspettative”.
PUNTO 1: La puntata 6 del Podcast si intitola “Chiedere aiuto non è segno di debolezza; far luce sulle cicatrici del razzismo anti nero”. Lə componenti di AFAR Murphy Tomadin, Joy Obasuyi e Ifeoma N. Emelurumonye analizzano come il razzismo colpisca anche il mondo della salute, intesa nella sua accezione ampia di salute mentale e fisica.
PUNTO 2: Glossario, vedere in particolare le voci “bianchezza” e “razzismo strutturale o sistemico”.
PUNTO 3: Lettura Manifesto, in particolare questo punto a pagina 2: “Le persone Nere e di origine africana sono vittime di razzismo sistemico e afrofobia, ovvero sono soggette a razzismo istituzionale e quotidiano come altri gruppi migranti e/o percepiti come tali, ma subiscono anche forme di discriminazione specifiche che hanno a che a fare con i significati - storicamente costruiti epoca coloniale - attribuiti alla nerezza: inferiorità intellettuale, morale e culturale, violenza, ipersessualizzazione.”
E a pagina 3: “Nel riconoscere la profonda interconnessione e la reciproca interdipendenza di dinamiche socio-culturali all’interno del sistema globale, riteniamo che l’impegno contro il razzismo sistemico non possa essere scisso da altre dimensioni di consapevolezza e di impegno, tutte ugualmente necessarie per tendere al cambiamento auspicato. Per questo motivo ci impegniamo a diffondere analisi e strumenti, a promuovere e sostenere iniziative e campagne che siano efficaci non solamente nel contrasto al razzismo sistemico come fenomeno specifico e storicamente determinato ma anche, in una visione intersezionale, nella promozione del Diritto alla Cittadinanza, nella salvaguardia dei diritti civili di tuttə, nella promozione del multiculturalismo e dell’educazione alla cittadinanza globale, nella difesa del diritto alla rappresentazione e alla partecipazione.”
PUNTO 4: Per spunti pratici consultare il toolkit “Razzismo, Sanità, Salute e Cura”.
PUNTO 5: Dossier
Attraverso il dossier si può osservare come "è stata ammessa la difficoltà a riconoscere gli automatismi che portano a comportarsi in maniera differente rispetto al colore della pelle di chi si ha di fronte" (pg. 45) ed è stata, quindi, "sottolineata la necessità di migliorare, attraverso formazione e informazione, la consapevolezza soggettiva dei bias razziali impliciti di cui i partecipanti hanno ben descritto gli effetti" (pg.46).
PUNTO 6: Lettura del Blog “Diario di bordo AFAR” in particolare il contributo di Derrick Ekechi “Resto pronto a ricevere il testimone”.